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Tabula Rasa Elettrificata

20 Anni dall’uscita dell’ultimo album dei C.S.I Tabula Rasa Elettrificata.

Al principio era la lotta contro tutto ciò che proveniva dal “nuovo mondo”, al principio era il Muro di Berlino, al principio era CCCP Fedeli Alla Linea. Dopo la caduta di quel muro, cadde anche un’epoca: l’epoca della divisione tra Oriente e Occidente. Una band formatasi a Berlino si scompose e si riformò sotto altro nome, sotto un’altra forma, un’unità di produzione.

Nacquero i C.S.I. (Consorzio Suonatori Indipendenti). La nuova formazione vedeva in prima linea:

In un mercato discografico completamente contaminato dalle produzioni d’oltre oceano, i C.S.I. furono una mosca bianca, una perla gettata ai porci del consumismo musicale italiano. Non elencherò tutti gli album della band, il cercarli è un compito riservato a voi lettori del blog.

Tornando al ventennale; Tabula Rasa Elettrificata è un album completamente ispirato e dedicato alla Mongolia. Un Paese, una Terra molto cara a GLF, che spinse tutto il gruppo ad esibirsi, per platee semi vuote, in un viaggio nella cultura e nelle atmosfere mongole. Non credo, personalmente, ma posso anche sbagliarmi, che l’album abbia sonorità popolari di quella terra se non per brani dal calibro di Matrilineare, dove Ginevra Di Marco canta a mo’ di Gutturale Trasmissiva.

Non posso, al momento, descrivervi tutto l’amore che ho provato e che provo tutt’oggi per una band del genere. L’articolo, o meglio, il piccolo ricordo che avete appena letto, non è altro che una candela alla memoria. Una candela ancora vivida e lucente nella scarna epoca dell’Alternative Rock Italiano.

Non me ne vogliano a male tutti gli appassionati di musica contemporanea, non sono un odiatore seriale del modernismo. Ma i vecchi amori non si dimenticano e se un amore ha come nome Consorzio Suonatori Indipendenti, beh! Potete immaginare il forte magone e la dolce malinconia che riaffiora nei sospiri. E poi, volete dirmi che Giorgio Canali non è un gran figo?! Ecco! Nel prossimo articolo parleremo di lui. Forse, con un po’ di bava al lato della bocca.

Un saluto di penna,
Cesare

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