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È uscito Forme, il nuovo singolo d’esordio dei Momòno

I Momòno ci raccontano tutte le Forme che i rapporti possono assumere attraverso un’elettronica dai suoni raffinati ed eleganti.

La pelle che abito
Entri esci e te ne vai
chissà quante forme assumerai
e forse un giorno io saprò distinguerle
I Momòno, composti da Edoardo De Santis e Francesco di Marco, ci trascinano in un viaggio oltre i confini inter personali. Quasi il 90% delle canzoni parlano d’amore. Un argomento semplice, comprensibile da tutti, a prescindere dal genere o dall’età.

Ma i Momòno non cedono alla facile tentazione dei cliché e scavano in profondità, ponendoci una domanda scomoda: che forme assumono i rapporti quando finiscono? Dopo aver mischiato i propri confini con l’altro siamo costretti a cambiare pelle, uscendo dal bozzolo e rinascendo farfalle. Soltanto dopo questa trasformazione lacerante e dolorosa, potremmo guardare indietro e vedere la nostra pelle abbandonata sul pavimento, consapevolezza che ciò che è stato, è ormai morto.

 

Momòno, who?
Momòno è un duo di musica elettronica nato nel 2020, in pieno lockdown, dalla necessità di far musica a 360 gradi senza porsi limite di genere. A caratterizzare il progetto, l’inserimento della voce in lingua italiana in una matrice sonora tipicamente elettronica. La composizione dei brani è curata da Edoardo, mentre il sound design e il suono vedono Francesco come protagonista. I brani sono composti, mixati e masterizzati presso lo studio 8hertz audio di Viterbo, studio di musica gestito dagli stessi Momòno. Il live prevede la partecipazione di un terzo elemento, due batterie, drum machines, voci e synth.
La copertina

Momòno Forme

Se ancora qualcuno nel 2020 si sofferma a guardare la copertina degli album, noterà sicuramente la somiglianza con la copertina di Moderat, il disco dell’omonimo gruppo tedesco uscito nel 2009. Non a caso, nel sound dei Momòno, si riconosce la stessa sperimentazione di suoni che si ritrovano in alcune tracce, come Rusty Nails o A New Error. Il gruppo viterbese quindi, sia graficamente che musicalmente, riesce con sensibilità e astuzia a citare un gruppo che ha fatto la storia dell’elettronica. Un’impresa non semplice nel 2020, dove il plagio è sempre dietro l’angolo.

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